Si tratta di un’ introduzione-studio di 104 pagine su 456 poesie di poeti contemporanei turchi e di un’antologia tematica.
L’opera tratta il tema della morte ed altri particolari inerenti attraverso poesie turche del XX. secolo.
L’opera originale in turco, realizzata dal Prof. Tanis ed intitolata “Eğitici Açıdan, Doğumdan Ölüme Şiirlerle Yolculuk”, è stata pubblicata nel 1995 ad Ankara (Turchia) ed è di 518 pagine.
La traduzione (con testo a fronte) in lingua italiana, invece, è IN ATTESA DI UN EDITORE.
Se qualcuno è interessato può scrivere a: info@asimtanis.com.
Le poesie riportate di seguito fanno parte di quest’opera intitolata “Viaggio poetico dalla nascita alla morte”.
~ Nascita ~
Questa non è la prima volta che veniamo al mondo
Non è questa la prima volta che veniamo al mondo!
Migliaia di anni fa
eravamo già venuti al mondo all’età della pietra.
Allora avevo ucciso animali selvatici per te.
Ti avevo fatto una collana di denti di leopardo.
Su quante pareti della grotta avevo scolpito la tua bellezza!
Come non te lo ricordi?
Anche allora il cielo era tanto azzurro,
le foreste tutte verdi, verdi.
Anche allora
avevamo paura solo di buio
e credevamo che il Sole fosse Dio.
Da tanti secoli,
credimi,
nulla è cambiato sulla terra!
Forse siamo cambiati noi!
(Ü.Y.O., Gli occhi del buio/Karanlığın Gözleri)
~ Tempo ~
No, il tempo non passa
No, il tempo non passa, siamo noi che passiamo, noi, esseri umani,
nell’indivisibile tempo, senza prima, senza dopo!
Quelli che muoiono senza aver vissuto, quelli che nascono per morire,
svaniscono, in un istante, nello stesso vuoto!
Non farti ingannare dal trascorrere delle giornate, delle notti!
Non pensare che il tramonto del sole sia una misura per il tempo!
Il sole sempre allo stesso punto!
Il tramonto è il decoro dell’orizzonte serale che trastulla la vista!
Sono misure inventate l’ora, il giorno, il mese e l’anno!
Non sono forse tutte invenzioni dell’essere umano?
Pensa ai giorni che durano quanto un anno!
Luce e buio sono l’ansia dei nostri occhi.
(M.F. Ozansoy, Orologio del tempo/Zaman saati)
~ La guerra e la morte ~
Racconto di un uomo che ha visto la guerra
In guerra non ti viene in mente
la paura della morte
né pensi alla casa.
Dal centro della mira,
dalla cima della tacca,
scegli il punto che ti piace del tuo bersaglio.
Premi il grilletto senza che ti tremino le mani.
Quello che hai di fronte non ti assomiglia più.
Anche lui gestisce un piccolo negozio nel suo paese.
Anche lui ama sua moglie.
Anche lui come te
ha un bambino piccolo.
Non ti viene nemmeno in mente.
Perchè tu possa vivere
lui deve morire ormai.
(N. Cumalı, le spighe sono incinte/gravide – Başaklar gebe)
~ La chiave della morte ~
Chiave
Se potessi, se potessi trovare una chiave magica!
Se potessi aprire le porte blu del cielo!
Se potessi girare, passando per la via lattea,
nelle strutture dorate delle stelle!
Se potessi, se potessi trovare una chiave magica!
Se potessi aprire il lucchetto terreo del mondo.
Se potessi sciogliere nodo per nodo il dilemma
del grande sogno, infinito, chiamato morte!
(Y.Z. Ortaç)
~ Cimitero ~
Cimitero
Ieri sera, prima del tramonto,
tra i morti anziani,
è arrivata una piccola ospite.
Il suo secchiello è rimasto nel parco giochi,
sulla sabbia la sua paletta.
Era molto stanca, si vedeva.
S’addormentò subito.
Un anziano morto si è alzato dal suo posto
e l’ha coperta , dicendo:
“Visto che non ha qui la mamma,
questa piccola è a noi affidata!”
Un altro morto che giaceva più avanti
disse sottovoce:
Slacciatele dalla testa il nastrino e piegatelo!
Che non si stropicci!”
(B.S. Edebioğlu)
~ I morti ~
Il morto distratto
Ieri è passata una bella donna
vicino alla mia tomba.
Ho guardato, a più non posso,
le sue gambe, un tesoro del sole,
che mi hanno turbato la notte!
Se ve lo dico non mi crederete!
Stavo quasi per alzarmi e restituirle
il fazzoletto che le era caduto!
Avevo dimenticato che ero morto!
(C.S. Tarancı, Anni trentacinque/Otuzbeşyaş)
~ Il cielo ~
Mappa del cielo
A Sabahattin Eyüboğlu
Ascoltami, anima mia, immortale!
Se muori, ti serva di avviso!
Attento a non salire in cielo!
L’orsa maggiore, l’orsa minore,
lo scorpione, il serpente, la scolopendra,
il bue, il toro ……….
Sono tutti lassù.
Non è proprio il momento, attento eh!
(M.C. Anday, Ufficio Telegrammi/Telgrafhane)
~ Dio ~
Orologio con calendario
Mio Dio, se non hai soldi, te li diamo noi!
Comprati un orologio!
Sia uno di quelli migliori!
Non sbagliare, un’altra volta, l’ora!
Non farci morire a casaccio!
(Ü.Y.Oğuzcan)
~ Dio-paradiso ~
Seconda lettera
(Scusami ma non basta!
Una manciata di terra ci è più che sufficiente!)
Tu, lodaci il tuo paradiso quanto vuoi,
lastrica di smeraldi i tuoi cieli e arredali di belle ragazze vergini!
Vieni a prendermi l’anima e portarla poi in paradiso!
Ma questa promessa, tu, falla ai folletti!
Io, senz’anima, che me ne faccio del paradiso?
Tu, lasciami la mia anima!
La terra nera, per me, mille volte migliore è!
Voglio trattare con te.
Almeno, all’ultimo respiro, chinati e dimmi all’orecchio,
svelami il tuo segreto e prendimi l’anima!
Svelami il tuo segreto, sia tua la mia anima!
Se non me lo dici, non te la do volentieri
e le mie venti unghie non ti lasceranno mai in pace per ricordartelo!
Come mai il mondo che comincia con me, con me non finisce?
Questa carovana è arrivata con me, perchè non va con me?
Per me sbocciarono doppie, stradoppie, queste rose,
i garofani rifiorenti che valgono ognuno un paradiso!
Me li hanno tolti di colpo tutti,
uno per uno.
E poi recitando una preghiera
li lasciarono nella terra.
Che strana faccenda è questa, mio Dio!
Perchè vivi si viene al mondo
e perchè vivi non si entra nel tuo paradiso?
Me la strappano e portano via la vita che avevo cresciuto con le mie mani!
Me la strappano e se ne vanno, deviano in un vicolo cieco!
Questa vita, di colpo, rigida si tende,
davanti alla porta, di colpo, si stende!
La vita che tu mi hai messo al collo con le tue mani,
il tuo più bel regalo, ti viene resa!
(B.R.Eyüboğlu, Moranera 69/Karadut 69)