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Campalto

Paese che vai ... Campalto che trovi

Nel 1989, quando, dopo 19 anni di permanenza a Venezia , ci siamo trasferiti, a Campalto, sembrava un declassamento. Eppure col passar del tempo, abbiamo cominciato ad apprezzare tanti vantaggi che questo piccolo centro offriva.

In primo luogo la tranquillità, nonostante l’intenso traffico rumoroso e pericoloso di via Orlanda che io, subito, ho definito, per scherzo, “furiosa”. E non avevo tutti i torti visti i numerosi incidenti mortali avvenuti sempre in essa.

E parecchie foto, da me scattate dall’altro, di giganteschi mezzi che transitavano, confermano tale pericolosità, nonostante che, molto di rado, un gregge si renda protagonista anche di un “traffico pecorino”.

Campalto, dove non manca quasi nulla, per certi versi, mi ricorda l’arca di Noè perchè di ogni genere o specie ne ha, spesso, uno o due, molto di rado più di due.

Un solo semaforo, un solo cimitero, una scuola media, un’autoscuola, due farmacie, due medici di famiglia, due oreficerie, due autobus per Venezia, due per Mestre, due scuole elementari, due asili, tre chiese, tre barbieri, tre giornalai, tre pizzerie e così via. La maggior parte delle famiglie ha una sola auto, pochi ne hanno due o più. Una volta ha avuto anche un “doppio arcobaleno” che sono riuscito a fotografare.

Dall’alto, cioè dai piani alti, vediamo non solo la laguna ma anche l’aeroporto. Ai miei ospiti che, sul poggiolo di casa mia, al sesto piano, ammirano il panorama davvero suggestivo, faccio spesso una proposta: Guardate, abbiamo qui, una chiesa, lì un cimitero, un po’ più avanti l’aeroporto per andare in giro per il mondo. Tocca a voi la scelta. Dove volete andare? Tutti preferiscono, ovviamente, l’aeroporto perchè dicono: Per pagare e per morire non bisogna mai aver fretta!

Ed hanno ragione.

Cari campaltini, cosa vogliamo di più? Godiamoci la nostra Campalto che, come Rialto ( “rio alto” ), è sempre un “campo alto”. Chi s’accontenta gode!